A Cassino la presentazione di “Poesia in forma di rock. Letteratura italiana e musica angloamericana”
Kurt Cobain leggeva Dante. Potrebbe sembrare uno slogan da fiera del libro, invece è la verità. È più che sorprendente e certamente poco noto il rapporto costante tra alcuni dei più grandi interpreti del rock – inglese e americano – e la letteratura italiana dal Medioevo fino ai giorni nostri. Un percorso che muove per vie misteriose, dove Dylan rilegge Dante o Petrarca, Patti Smith e Morrissey incontrano Pier Paolo Pasolini, i Radiohead e i Nirvana si inoltrano nell’Inferno della Commedia, Sting evoca Italo Calvino, Mike Patton interpreta Edoardo Sanguineti.
Questo studio unico nel suo genere, condotto tra Oxford e Roma, coronato dalla prefazione di Paolo e Carlo Verdone, attraverso il dialogo dinamico tra testi musicali e testi letterari, ripercorre cinquant’anni di rock come non l’avete mai letto prima, tra intersezioni inaspettate, scoperte inedite, citazioni, aneddoti, interviste ai protagonisti. Il risultato è un vero e proprio canone alternativo della letteratura italiana declinata nei suoi profili più espressivi e anticonformisti, capace di offrire uno spaccato inaspettato sulla fortuna e sui canali di diffusione della nostra cultura all’estero nel secondo Dopoguerra.
“Poesia in forma di Rock”, Arcana
Collana Musica – pp. 192 – € 16,00 – Prefazione di Carlo e Paolo Verdone
28 ottobre – ore 16,00
Festival ANTICOntemporaneo
Biblioteca comunale “P. Malatesta” – Cassino
Insieme all’autore interviene Dario Pisano
“Bob Dylan apprezza molto Dante («C’è una Beatrice nella maggior parte delle mie canzoni disse a Bono Vox»). Ma Dante avrebbe ricambiato? Credo di sì.”
Antonio D’Orrico – Sette, Corriere della Sera
“Cinquant’anni di rock alla luce della letteratura italiana
per scoprire quanto sia contagiosa e amata, la nostra cultura”
Sabina Minardi – L’Espresso
“Un juke-box letterario che svela come i grandi della letteratura italiana hanno ispirato
i successi del rock”
Luca Mastrantonio – Corriere della Sera
“Uno studio unico nel suo genere”
Valentina Della Seta – Il Venerdì di Repubblica
Giulio Pantalei