La grande bellezza di Teramo in “forma” e “formelle”
di Roberta Maresci
La città di Teramo è in “forma”, o meglio, è in “formelle”, deschi e altri capolavori in ceramica e maioliche esposte in maniera permanente nel Palazzo Melatino in Largo Melatini. Edificio signorile medievale, ha perfino una corte interna dove fa nella mostra di sé un enorme ciliegio e non un melo, come verrebbe da pensare dal nome dell’edificio. Qui, dove si incrociano il cardo e il decumano della città romana chiamata Interamnia, Paola Di Felice, laurea in archeologia in tasca e Direttore emerito dei Musei di Teramo, in pensione, ma collaboratrice della Fondazione Tercas, ci ha raccontato l’esposizione, i progetti e i ritrovamenti archeologici effettuati nel tempo. Dentro a fare la differenza rispetto ad altre strutture culturali, 4 punto di forza: un percorso multisensoriale, l’opportunità di vedere come si è evoluta Teramo attraverso la verticalizzazione della struttura del palazzo e un eccellente recupero sia della struttura che dei ritrovamenti e delle acquisizioni di una collezione di antiche ceramiche e porcellane di fattura internazionale.
Millefoglie di storia in marmi di cocciopesto o orientali, dal primo secolo a.C. al quarto secolo d.C., la Domus romana mostra chiaramente come gli interamniti avevano pavimenti di grande significanza. Da non perdere, tra i 300 oggetti, la vetrina con i manufatti creati con la tecnica del “fuoco a terzo respiro”. E come un soffio la visita corre via. E ci si ritrova in strada, per i vicoli di Teramo dove le maioliche trionfano incastonata nei decori, su finestre e architravi. Mentre la statua colorata e luminosa di Ivan Graziani (nato a Teramo e morto nel 1997 a Novafeltria), da Marco Lodola a largo San Matteo attrae una folla di curiosi. E ha attratto anche noi giornalisti nell’educational Tour AbruzzoFoodExperience 2023 che porta la firma di AbruzzoTravelling.
È una storia vecchia, accadde un tempo, tanti anni fa, quando i cugini Castelli si sfidarono a colpi di bellezza per mostrare al popolo la loro potenza. In quel tempo, e mi riferisco a quando in Abruzzo erano più famosi dei Cugini di Campagna negli anni Novanta in Italia, il risultato fu clamoroso. Oggi possiamo ammirare il risultato della disputa. Un palazzo piccolo con le maioliche liberty con la scritta Flora e Pomona da un lato. Sullo stesso lato della strada, l’altro palazzo più alto, più decorato, più del più o comunque più dell’altro. Almeno all’esterno, visto che dentro il più appariscente nei decori è fuffa, aria fritta, ossia è vuoto, solo di facciata. I proverbi d’altronde insegnano… “Tanto fumo e niente arrosto”, oppure vale “Non è tutt’oro quello che luccica”… Ma forse c’è qualche altro modo di dire più adatto a sottolineare l’importanza che si dà all’apparire.