Di cinema si può parlare in tanti modi: c’è chi lo fa prendendosi molto sul serio e chi lo fa prendendosi molto in giro. Cinematic appartiene decisamente alla seconda categoria: rubrica settimanale di due ore, in onda su KeepRadio tutti i mercoledì dalle 21 alle 23, si prende in giro perché i suoi speaker fra loro proprio non riescono a prendersi sul serio. Potrebbe essere un problema, ma per praticità hanno deciso di prenderne atto e di farne addirittura un fiore all’occhiello: Cinematic parla essenzialmente di cinema, dei campioni di box office al cinema, delle uscite settimanali al cinema e delle notizie più curiose sul cinema, ma lo fa con una consistente dose di boutade e nonsense. Fabrizio Maggi è il campione indiscusso di italiano pulito e di voli pindarici, con collegamenti che lasciano sempre stupefatti sia Riccardo Iannaccone, la voce polemica del trio che rischia ogni minuto di spoilerare qualcosa, sia Chiara Apicella, in costante disaccordo con Riccardo sul cinema italiano e su molto altro ancora. Alla regia la paziente Dana, che si fa capire al di là dei vetri con sguardi e gesti, silenziosi ma significativi. Ogni puntata prevede i brani di una colonna sonora diversa, e verso la fine un’assurda classifica tratta da WatchMojo, su cui i tre speaker discorrono aggiungendo orpelli e conquistando vette ancora più elevate di nonsense.

Interviene quasi sempre almeno un ospite in studio, intervistato e messo in soggezione dall’immancabile domandina finale, che non vi sveliamo. Anche le interviste telefoniche spesso arricchiscono il programma, e offrono ulteriori spunti per andare a uno spettacolo, vedere una web serie, o partecipare a un inquietante evento zombie a cui Fabrizio e Riccardo aderiscono entusiasti e che Chiara non può che declinare perplessa. Last but not least, in studio è presente una piccola ma imponente mascotte: un pupazzo di Batman, che Riccardo si diverte spesso a interpretare con risultati perfino più imbarazzanti di quanto visto finora. Cinematic è tutto questo, più che altro nonsense, più che altro l’imprevedibile fascino della diretta.