Non Posso Vivere Senza

Furla in prima linea per l’ambiente, dal 2020 solo filati di lana etici

Prosegue l’impegno di Furla sul fronte della sostenibilità ambientale. L’azienda bolognese di borse e accessori, in collaborazione con la onlus Lav (Lega Antivivisezione Animali), aderisce al programma “Fur Free Retailer”, promosso da Fur Free Alliance, il network delle principali organizzazioni di tutela degli animali attive in Europa, Far East (Cina e Giappone), Nord America (USA, Canada) e Sud Africa, di cui Lav è unica rappresentante in Italia.

Il Gruppo Furla, inoltre, ha annunciato il proprio impegno nell’eliminazione di alcune tipologie di lana dai suoi prodotti. “Nonostante un uso limitato nelle collezioni del brand di filati realizzati in fibre di origine animale” – si legge nel comunicato diffuso dall’azienda – Furla compie un ulteriore passo verso la responsabilità nella scelta delle materie prime”. Con la Collezione Cruise 2020, infatti, saranno bandite dalle linee del gruppo bolognese mohair e lana d’angora. La scelta sarà orientata verso altre tipologie di lana provenienti da filiere più consolidate e “safe”.

“Quando si parla di sostenibilità – spiega il CEO del Gruppo Furla, Alberto Camerlengonon s’intende porre l’accento solo su una problematica legata all’ambiente ma anche sul futuro del nostro pianeta, di ciascuno di noi e dei nostri figli”. “Furla – continua Camerlengo – risponde alla crescente ricerca di prodotti etici da parte di un consumatore sempre più consapevole e attento a queste tematiche”.

Già lo scorso anno, Furla aveva annunciato che non avrebbe più utilizzato pelliccia animale nelle sue collezioni a partire dalla stagione Cruise 2019, arrivata nei negozi nel novembre 2018.

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Gianluca Pignataro

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