Il giorno dopo degli Australian Open:
Il primo major dell’anno ci lascia la sensazione, per l’ennesima volta, che nel tennis maschile nessuno possa avvicinarsi ai tre più grandi interpreti della storia di questo sport: Federer, Nadal e Djokovic hanno vinto 52 degli ultimi 63 Slam. Nel femminile c’è, invece, una vera numero 1 che a 21 anni pare destinata a dominare la scena a lungo. Gli Australian Open 2019 sono ormai storia e le indicazioni che possiamo trarre dal primo Slam della stagione ci offrono una chiave di lettura per i prossimi mesi. Federer, Nadal e Djokovic: tre alieni, un’epoca irripetibile. È un privilegio essere cresciuti nell’epoca di Federer, Nadal e Djokovic. Sono 52 gli Slam che hanno visto trionfare tre campioni differenti su un totale di 63, da quando cioè Roger Federer ha dato avvio all’era moderna nel 2003 a Wimbledon. Ognuno di loro è anche primatista in un singolo Slam: Nadal al Roland Garros con 11 titoli, Federer a Wimbledon con 8 e Djokovic agli Australian Open con 7. Lo svizzero, nell’era Open, vanta anche il maggior numero di successi agli US Open (5) in coabitazione con Sampras e Connors. Il serbo a Parigi potrebbe diventare il detentore di tutti e quattro i major contemporaneamente, impresa già centrata tra Wimbledon 2015 e il Roland Garros 2016: cercherà di protrarre il dominio dal cemento americano fino al rosso del vecchio continente, da sempre terra di conquista del mancino di Manacor e quest’anno teatro del ritorno del fuoriclasse di Basilea. Se niente cambia nel panorama maschile, in quello femminile il discorso è diverso. Naomi Osaka ha 21 anni e ha vinto il secondo Slam consecutivo: l’ultimo back to back nei primi due major della carriera lo vantava Jennifer Capriati nel 2001. È la prima giocatrice asiatica a diventare numero 1 del mondo e la sensazione è che possa dominare la scena a lungo. Al contrario di altre numero 1 che hanno tremato al traguardo, la giapponese di padre haitiano ha dimostrato di poter dominare in condizioni ambientali infernali – agli US Open contro la padrona di casa Serena Williams – e di poter superare un momento di crisi portando a casa la vittoria, come è emerso nella finale contro Petra Kvitova a Melbourne. In un anno Osaka è esplosa passando dalla 72esima piazza del ranking WTA alla vetta e se cercavamo un’alternativa a Serena Williams, in termini di precocità e talento, forse l’abbiamo trovata. Si può davvero aprire l’era Osaka.