Il Maestro Lucchi in un inno alla donna del XXI secolo
Il 25 Settembre, si è conclusa la mostra, organizzata da Italia Arte, secondo un progetto di Riccardo Ercoli, del maestro cesenate Leonardo Lucchi, in esposizione nella splendida cornice del Palazzo della Cancelleria.
La donna è stata senza dubbio il fil rouge della personale, che contava più di trenta sculture bronzee a tutto tondo, delle più svariate dimensioni. Il titolo stesso della mostra, Senz’ali sospese, intende esprimere l’ariosità, la leggerezza e la leggiadria delle figure ritratte, di cui Leonardo Lucchi, come ha commentato il critico d’arte, Antonio Davide Madonna, “riesce […] a portare a galla […] sentimenti ed emozioni e lo fa con la delicatezza di chi quel mondo non solo lo ha compreso, ma lo condivide fino al punto di mettersi in gioco in prima persona, coinvolgendo gli affetti per lui più cari”. Il Lucchi, infatti, sembra trarre ispirazione, per la sua arte, in primis, dalla sua famiglia, moglie e figlia sono le sue principali muse, ma anche da tutto l’universo femminile, con cui si schiera e che difende, di fronte ad una realtà che ha, con il tempo, portato a considerare la donna, un oggetto, privo di pulsioni e sentimenti.
Su questa tematica si è soffermato, in particolar modo, nel suo discorso introduttivo, durante il vernissage dello scorso giovedì 21 settembre presso la Sala dei Cento Giorni del Vasari, Monsignor Jean Marie Gervais, membro della Penitenzieria Apostolica, Dicastero interamente dedito alla Misericordia, e approdato al Palazzo della Cancelleria nel lontano 1989, in qualità di studente presso lo Studio della Sacra Rota. Gervais ha ricordato le parole che Papa Francesco ha usato, in una delle sue ultime udienze in Piazza San Pietro, nel commento al passo evangelico dell’emorroissa. Qui, il Pontefice ha stigmatizzato la consuetudine, ormai sempre più diffusa, di porre, a causa di pregiudizi ormai dilaganti, la donna ai margini della società. “Nel linguaggio colorito, cui ci ha abituato – prosegue Mons. Gervais – Papa Bergoglio ha giustamente asserito che la donna vive, al giorno d’oggi, nella condizione della scartata”. Un’espressione forte, quella usata dal Pontefice, ma che ben ricalca la società in cui viviamo: la società del consumismo, dello scarto. Scarto di oggetti, di persone.
“Siamo entrati nella Terza guerra mondiale – continua Gervais, riportando le parole di Papa Francesco – solo che si combatte a pezzetti, a capitoli. Siamo immersi in un conflitto dove la tortura è diventata un mezzo quasi ordinario e dove i primi a soffrirne sono i civili inermi, le donne, i bambini, i poveri. Siamo lontani dal mondo tinteggiato da Dante, nella Preghiera alla Vergine del XXXIII Canto del Paradiso, dove la Donna, la Maria Vergine, ha in sé, sì tanta potenza e nobiltà, che qualsiasi desiderio sarebbe vano, se non ci si rivolgesse a Lei, dispensatrice di grazia e di virtù”.
Il passo dantesco, magistralmente interpretato, nella giornata inaugurale dell’esposizione, dall’attrice Nicole Ercoli, diventa così un inno alla donna tout court, un inno che, con la poesia e l’arte, vuole combattere la violenza, che, quotidianamente, le donne di tutto il mondo si trovano a subire.
“Su questa linea – conclude Mons. Gervais, presidente della neonata Associazione Tota Pulchra, la quale, pure, si pone l’obiettivo di fare dell’arte uno strumento per far bene – si inserisce il maestro Lucchi, che con la sua di arte, vuole restituire alla donna, grandezza e dignità. E lo fa in un duplice modo, ritraendola e donando parte del ricavato dalla vendita delle sue opere ad una comunità di Suore Orsoline, che assistono le donne in difficoltà, coinvolgendole pienamente nella missione della Chiesa e nella costruzione della società civile”.
Martina De Meis