Michael Schumacher – Un perfezionista che è entrato nella leggenda
Tra Ivan Capelli e Michael Schumacher all’inizio non correva buon sangue. Il primo, ex pilota Ferrari e poi cronista Rai Sport, lo ammette senza problemi: con quel tedesco perfezionista e competitivo c’erano spesso discussioni e polemiche. Eppure il 22 Ottobre 2006 alla fine di quello che era stato annunciato come l’ultimo Gran Premio di Schumacher, quando Capelli si avvicina e gli chiede di poter avere in ricordo il suo casco, il campione lo guarda e risponde “Io ti dò il mio, se tu mi dai il tuo”. Perfezionista, competitivo, ma anche in grado di riconoscere e apprezzare il valore dell’avversario in pista e fuori: questi sono solo alcuni aspetti della personalità complessa del pilota più vincente che della Formula 1 ha scritto la storia. In F1 Schumacher era arrivato a correre nel 1991, dopo che Gachot aveva dato forfait alla Jordan per essere stato arrestato a seguito di una lite con un tassista. Rimasta all’improvviso senza pilota alla vigilia del GP del Belgio, la Jordan decide di puntare su quel ragazzo di 22 anni sponsorizzato dalla Mercedes ed è così che il 23 Agosto 1991 Michael Schumacher debutta nella categoria dei grandi, dopo una vita passata in pista da quando a 4 anni il papà aveva iniziato a farlo correre su un kart su cui aveva montato il motore di un falciaerba. La Jordan gli fa solo una domanda: “Conosci già il circuito di Spa-Francorchamps?” E lui non ha un attimo di esitazione “Certo, lo conosco”. Ma non è vero. E così arriva qualche giorno prima, si fa ospitare nella roulotte di un amico e percorre il circuito per due volte in bicicletta. Perfezionista, di classe, ma anche disposto a sporcarsi le mani quando lo ritiene necessario per vincere. Il giorno della gara, vedendolo correre, la sensazione è che abbiano all’improvviso accorciato la pista. Poco tempo dopo Schumacher è il primo pilota della Benetton. Ed è proprio su quello stesso circuito di Spa-Francorchamps che il 30 agosto 1992 ottiene la sua prima vittoria. La voglia di vincere lo porta a mosse azzardate, una di queste costringe al ritiro Senna, che a fine gara, con la mano posata sulla spalla, lo consacra campione: “Sei bravo” gli dice “Ma certe manovre possono essere pericolose”. Più volte nei due anni successivi Senna avanzerà dubbi sulla regolarità della macchina di Schumacher, ma i controlli gli daranno sempre torto ed il 13 Novembre 1994, sul circuito di Adelaide Michael Schumacher vince il suo primo mondiale. Già nell’estate 1995 alcune dichiarazioni di Gianni Agnelli fanno pensare ad un interesse della Ferrari ed infatti dal 1996 Schumacher è il primo pilota della scuderia italiana. Non vince tantissimo all’inizio e per lui che non accetta di perdere nemmeno quando gioca a biglie sulla spiaggia, è un momento di forte nervosismo. Ma le sue caratteristiche restano intatte: l’ottima interazione con i box, la voglia di vincere a qualunque prezzo. A Silverstone una rimonta furibonda a seguito di una partenza confusa, lo porta a schiantarsi a 180 km/h contro le barriere protettive. “Siamo stati fortunati” dirà “Ne siamo usciti solo con una gamba rotta”. Resta fuori per 6 GP e quando rientra non c’è più storia per nessuno: vince 5 titoli mondiali, uno con 4 gare d’anticipo e lì addirittura si commuove sul podio. Il suo è un dominio assoluto, gli avversari patiscono la sua imprevedibilità in gara come nella vita. Annuncia il ritiro nel 2006, ma ritorna a correre a sorpresa nel 2010, a 41 anni. Lascia definitivamente nel 2012. Quello che succede dopo lo sappiamo tutti: Michael Schumacher è in coma dal 29 Dicembre 2013 a seguito di una caduta sugli sci. Sembra quasi la beffa riservata dal Destino per essersi sentito troppe volte sfidato da uno dei più grandi automobilisti sportivi di tutti i tempi.
Tina Aiello