Nuova legge sulla musica dal vivo: l’incontro alla Camera tra artisti e associazioni
Una nuova legge sulla musica dal vivo è possibile, auspicabile e indifferibile: questo potrebbe essere il messaggio chiave dell’interessante incontro che ieri, lunedì 11 luglio, ha avuto luogo presso la Sala stampa della Camera dei Deputati con la presentazione della proposta di legge di “Delega al Governo per la disciplina delle attività musicali contemporanee popolari dal vivo”, al fine rendere più avanzata e specifica la normativa di un settore così importante dell’industria musicale e discografica italiana.
La proposta si pone l’obiettivo di favorire l’adozione di una legge quadro che garantisca la musica popolare contemporanea (definizione volta ad abbracciare tutta la musica senza distinzioni di generi) e razionalizzi tutte le norme in materia di organizzazione e gestione dello spettacolo dal vivo. L’intento è quello di fornire agli artisti, agli operatori e alle associazioni tutti gli strumenti normativi per generare maggiore creatività e ricchezza musicale: dal tax credit per gli investimenti, alla semplificazione dei processi amministrativi, ai finanziamenti agevolati per ammodernare le attrezzature, al riconoscimento della musica, senza distinzioni di sorta, quale leva culturale fondamentale per il Paese. Alla conferenza stampa hanno preso parte, tra gli altri, Roberto Rampi, deputato Pd in commissione cultura e promotore della legge in Parlamento, Enzo Mazza, CEO della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI), Luca Fornari, Vicepresidente Audiocoop, Vincenzo Spera, Presidente di Assomusica, Federico Amico, Vicepresidente ARCI, Mario Limongelli, Presidente Produttori Musicali Indipendenti e Sergio Cerruti, Vicepresidente dell’Associazioni Fonografici Italiani.
Ad aprire il dibattito sono stati proprio gli artisti, grazie soprattutto alla presenza di Amedeo Minghi, Massimo Di Cataldo e Noemi, che hanno scelto di mettere la faccia per una proposta di legge che finalmente possa condurre l’Italia al livello degli altri paesi europei in relazione a questa materia, perché “quando si parla di chi lavora nel mondo della musica si parla di lavoratori, prima ancora che di artisti“; particolarmente rilevante è stato in seguito l’intervento di Vincenzo Spera, presidente di Assomusica, il quale ha affermato: “Ricordo innanzitutto come Francesco De Gregori sia stato il primo firmatario dell’appello. Sottolineo, inoltre, come nella programmazione radiofonica di oggi ci sia la mancanza di artisti giovani. Dobbiamo fare un grosso sforzo, perché ci sono tanti musicisti che possono portare avanti la tradizione della musica italiana”, un concetto cardine ribadito più volte nell’arco della conferenza.
La speranza è che questo sia un altro sostanziale tassello per la regolamentazione di un settore essenziale dell’industria italiana, another brick in the wall, ma questa volta in senso tutto positivo, di condivisione e di unione per chiunque operi nel settore della musica in Italia, per fare eco ad uno dei capolavori dei Pink Floyd.
Giulio Pantalei