OVULI PRONTI AL VIA! IN PALIO C’E’ LA FECONDAZIONE SECONDO PATRIZIA DALLA VALLE
di Roberta Maresci
Ventisei ovuli e, prima ancora, due soltanto a darsi battaglia. Uno fecondato e l’altro abortito. Ma c’è anche ci hi va visto coro di voci fuori “dal coro”. Chi ci ha visto la parabola della società. Chi ci ritrova la supremazia e la sete di potere. Chi invece delle gocce d’acqua che cadono a terra. Chi si inquieta e ne legge tagli e ritagli violenti su corpi in trasformazione. Fatto sta che Gamein è nata così. Sono “Ovuli”. Il senso di quest’opera lo spiega Enzo Dallara, curatore di Patrizia Dalla Valle, scultrice e mosaicista nata a Budrio (Bologna): “Ovuli resinosi, a tensione scultorea, evocativi di uteri materni che annunciano la gioia od il dolore dell’alba esistenziale. Forma e contenuto si unificano nel dialogo spaziale di un’installazione in colloquio visivo con l’osservatore, generato da un fervido connubio fra resina di superficie e struttura a rete metallica. Con sapiente dialogo estetico ed etico, scaturisce un “corpus” di creazioni in grado di coagulare le valenze di un’epidermide essudata, protettrice di inviolabile esistenza. Le preziose tessere musive, addossate in nuclei ermetici sparsi in spazi d’attesa, inducono l’infinito poliedro dell’originario avvenimento della vita”.
Chi ama l’arte avrà già visto alcune sue opere all’Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia del 2017, nel Padiglione della Repubblica Araba Siriana. Oppure avrà assistito nel 2019 alla sua “Rinascita” nello storico Museo Provinciale di Torcello (Venezia). Chi invece non ha mai avuto il piacere di immergersi nei suoi lavori, approfitti della passeggiata tra foglie, rami, sassi ed erbe spontanee dell’Humus Trek al Fair Play Garden a Montopoli di Sabina (Rieti). Qui ci sono i suoi “Ovuli” poggiati tra fili d’erba. Pensate un mucchio di ovuli sparpagliati in questo giardino della gentilezza. Al principio erano un progetto che è diventato una piece teatrale. Correva l’anno 2017 quando furono esposti nel salotto di Muki a Faenza.
“La storia degli “Ovuli” è la storia di un progetto molto bello di Benedetta Davalli Leoncini, poetessa, purtroppo scomparsa nel 2017, che aveva scritto poesie sulle donne e sulla fertilità. Insieme avevamo pensato a una piece teatrale fatta di parole, musica e arte. I miei ovuli? Rappresentavano quel mondo femminile molto delicato, molto difficile nelle scelte personali. Oltre una ventina di ovuli, sia quelli fecondi che gli abortiti. Alcuni completamente chiusi e altri con una cavità a dare l’idea del vuoto – spiega l’artista -. L’installazione, ora da Roberta, è abbastanza forte nel contenuto e nella reazione che genera vedendola. Però ha varie chiavi di lettura, che vanno dalla speranza alla tragedia, ma che comunque compongono la nostra vita. Sono delle sculture in vetroresina. Per fare questi ovuli ho adottato la tecnica della rete metallica, sulla quale è stata colata la fibra di vetro e poi la resina. Questo colore un po’ giallognolo e questa trasparenza che gli ovuli hanno, attraverso la quale si vede la matrice della rete, fanno sì che il ricordo degli ovuli femminili, dell’utero e comunque qualcosa che è all’interno del corpo femminile, siano per il pubblico una sorpresa, un mix di fascino e di mistero”.
Dal 26 novembre gli “Ovuli” di Patrizia Dalla Valle fanno parte dell’Humus Trek al Fair Play Garden, dove spicca anche Mushrooms, trittico in leccisu di Mario Calcagnile. Chiunque sia pervaso dalla voglia di passeggiare nel giardino che rende omaggio a William Shakespeare, troverà queste opere finché la natura non se le riprenderà.