Un caffè con Giorgia
“E poi cadranno i capelli” aveva aggiunto l’oncologa mentre elencava a Giorgia gli effetti collaterali della chemio. Lo aveva lasciato per ultimo tanto ormai è noto a tutti. È forse il più sopportabile da un punto di vista fisico, ma in assoluto quello che ferisce di più l’animo. Perché ti guardi allo specchio e non ti riconosci più. Perché rende chiaro a tutti, quasi una sorta di crudele biglietto da visita, cosa stai attraversando. A Giorgia i capelli iniziarono a cadere poco dopo il primo ciclo di chemio. Alcune ciocche le restarono in mano la mattina del suo secondo anniversario di matrimonio. E quel giorno non se la sentì molto di festeggiare. ‘È un cancro della peggiore specie’ aveva sentenziato il primo medico qualche mese prima, cancellando bruscamente con un tratto di penna i progetti di vita di Giorgia. I viaggi con il marito, la passione per il lavoro, l’idea di un figlio. ‘Se ne dimentichi’ aveva detto il medico a tal proposito. E lì capì di essere malata. Realizzò che niente sarebbe più stato come prima, che un banale controllo di routine aveva stravolto la sua vita. Che poi uno fa i controlli per prevenire, ma cosa previeni esattamente se poi il cancro te lo becchi lo stesso? Era la sua più grande paura in assoluto, quella di ammalarsi. Ed era successo. A quel punto Giorgia deve scegliere. Con la testa che rimbomba di pensieri e di paure, mentre la vita del prima saluta e prende un’altra strada, Giorgia deve decidere se soccombere o reagire. Non è scontato come sembra, il percorso da affrontare è lungo e doloroso, ti cambia nel fisico e nell’animo e non puoi avere garanzie su come andrà e su cosa ti lascerà in eredità. All’inizio Giorgia ha paura. Mi racconta delle notti insonni con il marito accanto, con il pensiero fisso di non riuscire a farcela. Ma è proprio la presenza del marito a farle fare il primo passo. Il pensiero di dover affrontare quelle cure dolorose per lui: è questo che dà a Giorgia la prima debole spinta in avanti. È una bella storia la loro. Compagni dalle elementari, lui da sempre innamorato di lei, lei con l’astuccio dei Duran Duran sul banco che lui non lo guarda proprio. Poi gli anni passano, li dividono sembra per sempre, finché lui non la ritrova su Facebook. E non se la fa scappare più. Il matrimonio, il viaggio di nozze (solo uno dei tanti che faranno insieme), gli amici, le famiglie. Tante cose da condividere e tanti progetti da sognare di poter realizzare insieme. Tutto questo vale il percorso doloroso da affrontare, pensa Giorgia. Poi arrivano gli amici. Giorgia non ha dubbi: racconta subito quello che sta affrontando ed anche questo le è di aiuto. Un piede dietro l’altro formano i pochi passi incerti che a poco a poco la portano sulla strada delle cure. Cure dolorose e necessarie a cui si accompagna il supporto (fondamentale,mi dirà) di uno psicologo e la speranza che solo il riprendere la sua vita di sempre le poteva trasmettere. Quando incontro Giorgia sono passati cinque anni dall’operazione, dalla chemio, dalla radioterapia, dalla malattia. E’ convinta che il cancro l’abbia in qualche modo resa una persona migliore e, cosa più importante, non le ha portato via nonostante le difficoltà e le sofferenze, i suoi progetti ed i suoi sogni. Quando la incontro Giorgia è da poco diventata mamma. Ed è questo alla fine quello che conta.
Tina Aiello